exCarcere Pontificio di Velletri

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Scheda storica via Castello, 34 – 00049 Velletri

L’azione centrale del progetto transdisciplinare “iosonovulnerabile” ruota attorno alle case di Romolo Romani in contrada Castello. Queste case furono ufficialmente offerte alla legazione pontificia nel 1865 al prezzo di circa 4.340 scudi, equivalenti a 23.327,90 lire italiane.
Questo edificio ha un valore storico notevole.
Il “Consiglio superiore dei lavori pubblici degli affari d’arte”, istituito il 23 ottobre 1817 presso il Presidente delle strade, approvò l’esame dei preventivi dei lavori l’8 ottobre 1866, riconfermando l’approvazione il 19 settembre 1867 e il 7 settembre 1871. 
Il Ministero dell’Interno dell’epoca chiese alla Magistratura di Velletri di partecipare alle spese per l’acquisto della proprietà Romani con un contributo di 2.000 scudi, quasi la metà del prezzo, pagabili in quattro rate annuali di 500 scudi. Il 5 settembre 1867, il Consiglio Municipale approvò la spesa con una larga maggioranza, e il 14 marzo 1868 aumentò il contributo da 2.000 a 2.950 scudi.

La proprietà Romani fu consegnata all’ingegnere Busiri del Corpo Ingegneri Pontifici il 15 giugno 1870, anche se la famiglia si era già trasferita nel 1868 nella casa della moglie di Girolamo Romani in via Corriera. L’appalto dei lavori fu vinto, nel 1868, da Achille Fiori per un importo di 91.044,73 lire. Nonostante il termine del 31 dicembre 1871 per la conclusione dei lavori, il nuovo carcere fu consegnato solo nel settembre 1875, poiché il 16 ottobre 1873 il governo italiano affidò a Tommaso Bianchini le opere di miglioramento e sicurezza per il nuovo edificio, al costo di 5.567,40 lire.
Il nuovo carcere Pontificio di Velletri, situato nel punto più alto dell’abitato e nel centro nevralgico della politica cittadina, vantava una posizione ideale grazie alla presenza del Palazzo priorale, degli uffici pubblici, dell’aula di giustizia e degli uffici di polizia.
La struttura comprendeva tre piani, con una divisione tra reparto femminile e maschile, che includeva segrete e larghe. Le segrete, come suggerisce il nome, erano utilizzate per isolare il detenuto, soprattutto durante gli interrogatori, mentre in seguito il soggetto veniva trasferito insieme agli altri detenuti nelle celle larghe. Le segrete chiamate la ruota e la catena indicavano chiaramente il loro scopo. Oltre alle celle larghe e segrete, la struttura comprendeva tre locali per le cucine, un’infrastruttura medica, un’ampia cappella intitolata al SS. Crocefisso, e tre locali per il giudice. La cappella del carcere, oltre alla funzione religiosa che veniva celebrata tre volte a settimana, veniva anche utilizzata come sala cinematografica.
Nel 1991 viene inaugurato il Carcere di Massima Sicurezza in località Lazzaria e i detenuti vengono gradualmente spostati. L’ex-carcere Pontificio di Castelli, che era di proprietà della società dello stato “Cdp Investimenti Sgr Spa”, è stato incluso nella lista ISTAT degli edifici abbandonati in Italia per oltre 30 anni. Tuttavia, grazie alla delibera del 30 novembre 2015 del Consiglio comunale della Città di Velletri, è stato acquistato e preservato da qualsiasi speculazione edilizia mediante una spesa di 1,3 milioni di euro.

Descrizione dei fabbricati Romani verbalizzata dal Corpo Ingegneri Pontifici – Miscellanea, nr. 130, Descrizione con annessi tipi del fabbricato Romani dell’ingegnere Andrea Busiri, Velletri 29 maggio 1869.

Casa familiare Romani:

  • pianterreno con tredici ambienti e un piccolo mezzanino
  • primo piano con undici ambienti, un corridoio e un giardino
  • secondo piano con quattro ambienti e due camerini

Casa Romani in affitto:

  • Pianterreno con bottega al nr. 33-35
  • Mezzanino con otto ambienti, un pollaio e un cortile
  • Primo piano con sette ambienti e un corridoio

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