Residenza d’Artista

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«Officina Alchemica delle idee»: le idee, dalla visione alla realtà, sono lavorate, modellate e trasformate in dispositivi creativi. 

Le Residenze d’Artista forniscono agli artisti e ai professionisti attivi in ambito creativo tempo, spazio e risorse per lavorare, in modo individuale o collettivo, su quelle aree della loro pratica artistica che meritano maggiore approfondimento.

La Residenza è luogo di diffusione della conoscenza e della cultura in stretto legame con la comunità di riferimento e con il patrimonio culturale del territorio.

 

‘Officina Alchemica delle Idee’ è una Residenza d’Artista annuale con caratteristiche speciali:

  • Curata da artisti;
  • Basata su processi di ricerca (research-based). Gli artisti utilizzano i processi di ricerca per creare l’esperienza della residenza; si forma dunque una relazione peculiare tra artisti, persone e luogo in cui la residenza viene condotta;
  • Tematica. In queste residenze viene chiesto agli artisti di contribuire a un tema comune con il fine di porre attenzione su tale argomento e facilitare un processo di rigenerazione;
  • Con fini produttivi (production-based). Il focus di queste residenze consiste nella realizzazione di un progetto artistico. Il Movimento VulnerarTe dunque offre materiale, competenze e una rete di infrastrutture in uno specifico campo artistico con il fine di favorire la realizzazione di una produzione artistica (il processo è parte del lavoro finale);
  • Transdisciplinare e cross-settoriale. Queste residenze ospitano artisti che lavorano in diverse discipline artistiche proponendo sempre più spesso possibilità di collaborazione con partners di diversi settori anche al di fuori del mondo artistico;
  • Realizzata nelle Cattedrali Contemporanee della Vulnerabilità. Solo in Italia oggi ci sono, così come evidenziato dall’ultimo censimento ISTAT sette milioni di edifici abbandonati.

La prima Residenza d’Artista del Movimento VulnerarTe è stata realizzata a Velletri, dal 30 aprile al 30 settembre 2023, presso l’exCarcere Pontificio.

Nasce da parte di un gruppo di artisti e professionisti del cinema, della danza, della musica e della fotografia, insieme a insegnanti delle scuole superiori romane e studentesse e studenti-tecnici di pittura-scultura dell’Accademia di Belle Arti di Roma, l’idea di sperimentare le esperienze osservative e le intuizioni del LIBRO “Corpus-et-Vulnus” di Sergio Mario Illuminato in una RESIDENZA D’ARTISTA unica e irripetibile all’exCarcere Pontificio di Velletri, prima della trasformazione irreversibile di questo patrimonio storico e culturale, in una nuova struttura architettonica funzionale alla comunità.

Spazi risalenti a metà Ottocento e negli ultimi trent’anni inseriti nell’ultimo Censimento ISTAT degli oltre 7 milioni di edifici non utilizzati in Italia. La Regione Lazio, la Città Metropolitana di Roma Capitale e la Città di Velletri hanno riconosciuto l’importanza di queste Residenza di Artisti e hanno concesso il proprio patrocinio e l’uso speciale della struttura trasformata dunque in un luogo di riflessione e dialogo per le future generazioni.

Durante i sei mesi di residenza è stato esplorato questo spazio in stato di ibernazione per ideare e realizzare uno “spazio intellettuale” profondo, articolato, critico, fragile, necessario. Attraverso prospettive insolite guidate dal concetto di transdisciplinarità, si è praticato una vita relazionale inclusiva e aperta in cui fosse possibile esplorare e svelare la natura dei molteplici legami tra questioni isolate, in uno spazio in cui le questioni sono rivisitate, le alternative riconsiderate e le interrelazioni rivelate. (UNESCO – Divisione di Filosofia ed Etica, 1998).

Questa specifica ricerca si è concentrata su prospettive insolite guidate dal concetto di transdisciplinarità, mirando alla comprensione della complessità del mondo presente. Ci siamo mossi nello spazio inusuale delle zone interstiziali tra pittura∞scultura, influenzati dal linguaggio del cinemadella danza, della musica e della fotografia, al fine di ri-significare continuamente i luoghi espositivi e sperimentare pratiche creative relazionali che rivelino connessioni, affinità, sviluppi possibili con gli elementi partecipanti.

Questa è stata l’eccitante necessità nella inconchiusa ricerca espressiva di una dimensione autoriale che attraverso il «TESSUTO-TRAMA-COSMICA» degli «ORGANISMI-ARTISTICI-COMUNICANTI» si è basata sulla «CO-EXSISTENCE» nel creare anelli performativi irregolari, concepiti come luoghi di incontro e comunità, spazi di generazione e attiva conoscenza, non solo di fruizione.

Si tratta di una re-inversione di tendenza nell’arte, lontana dalle caste esclusive esaurite e dai sistemi autoreferenziali ormai senza respiro. Da qui si sono intrecciati i primordiali temi del «CORPO-OLTRE-MATERIA», della «VULNERABILITÀ», dell’«ETICA NOMADE» e dell’«ESTETICA-DELLA-CONVERGENZA» basata sui meccanismi creativi delle Rovine, per ampliare e deviare la domanda contemporanea rispetto a ciò che viene propagandato attraverso il para-verso. Con questo neologismo, in questo contesto, si intende l’incessante degrado dei mondi virtuali verso la superficialità dei mondi-specchio del nostro quotidiano.

Il risultato finale è stato la nascita del MOVIMENTOVulnerarTe’, la PRATICA PERFORMATIVA TRANSDISCIPLINAREiosonovulnerabile’ e la realizzazione del CORTOMETRAGGIOVulnerare’. Queste attività, intrecciate tra loro, racchiudono l’anima di un’esperienza immersiva a carattere site-coexistence di un progetto in continua evoluzione che presentiamo in queste pagine.

La struttura che ha ospitato la Residenza è stata per molti anni di proprietà dello Stato. Sono state avanzate diverse proposte per la sua riconversione a scopi diversi. Non conosciamo molti dettagli della sua storia burocratica, ma la domanda su come riqualificarlo ha afflitto le ultime tre amministrazioni comunali, desiderose di recuperare l’edificio in modo utile. Grazie a una spesa di 1,3 milioni di euro, l’ex carcere è stato preservato da qualsiasi speculazione edilizia ed è ora di proprietà del Comune di Velletri. 

Per una delle molte sincronie accidentali che segnano il nostro cammino, il progetto presentato in queste pagine rappresenta l’ultima esperienza e testimonianza viva dell’edificio nello stato in cui è giunto ai nostri occhi, conservando la memoria e le tracce originali della sua storia che abbraccia due secoli. Il Libro, la Residenza d’Artista, la Pratica Performativa Transdisciplinare, il Cortometraggio, e gli scatti fotografici di tutto il processo di Residenza, insieme alle testimonianze dei protagonisti, costituiscono l’ultima documentazione utile prima della ristrutturazione architettonica e del cambiamento di destinazione e uso della ottocentesca struttura, prevista nei prossimi mesi.

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